lunedì 13 febbraio 2012
martedì 7 febbraio 2012
Comunicato stampa: sentenza della Cassazione sullo stupro di gruppo
COMUNICATO STAMPA
Il Comitato Se Non Ora Quando di Chieti,
in merito alla sentenza della Suprema Corte di Cassazione n.4377 del 2012 (dep 1 febbraio 2012) sull'abolizione della obbligatorietà del carcere come misura cautelare estesa anche all'ipotesi del reato di violenza sessuale di gruppo, che tanto ha fatto discutere in questi giorni, vuole affermare la necessità che sul grave problema della violenza contro la donna si continui a riflettere ed a discutere.Riteniamo, infatti, che i sempre troppo numerosi reati sessuali nel nostro paese siano frutto di un'insana cultura radicata e diffusa, anche nelle nuove generazioni, di non rispetto della donna come persona.Il reato di stupro, individuale ed ancor più di gruppo, è un reato grave contro la persona. Se non è giusto tenere in carcere chi non ne è ancora stato giudicato colpevole è anche vero che le vittime di stupro sono, loro sì, sempre obbligate a subire un "carcere" fatto di vergogna, diffamazione e paura che può costringerle anche a fuggire dal proprio paese, oltre ai danni psicologici immaginabili.E' necessario che si arrivi al più presto ad una legge che assicuri una tempestiva ed efficace azione della Giustizia, con l'applicazione di adeguate misure cautelari fino ad un processo nei tempi più brevi. Dobbiamo tutti lavorare in questo senso.
Facciamo nostre le parole della giornalista Rai Loredana Rotondo che curò il primo documentario su di un processo di stupro, trasmesso dalla televisione pubblica nel 1979 (Prix Italia): "Non si può non prendere atto che la violenza sulle donne è ancora largamente una emergenza delle donne. La società nel suo complesso, fatte salve alcune voci maschili, è incapace di assumerla come emergenza, direi come esigenza propria."
Da questa consapevolezza nasce l'impegno del Se Non Ora Quando.
Comitato “Se non ora quando” Chieti
Il Comitato Se Non Ora Quando di Chieti,
in merito alla sentenza della Suprema Corte di Cassazione n.4377 del 2012 (dep 1 febbraio 2012) sull'abolizione della obbligatorietà del carcere come misura cautelare estesa anche all'ipotesi del reato di violenza sessuale di gruppo, che tanto ha fatto discutere in questi giorni, vuole affermare la necessità che sul grave problema della violenza contro la donna si continui a riflettere ed a discutere.Riteniamo, infatti, che i sempre troppo numerosi reati sessuali nel nostro paese siano frutto di un'insana cultura radicata e diffusa, anche nelle nuove generazioni, di non rispetto della donna come persona.Il reato di stupro, individuale ed ancor più di gruppo, è un reato grave contro la persona. Se non è giusto tenere in carcere chi non ne è ancora stato giudicato colpevole è anche vero che le vittime di stupro sono, loro sì, sempre obbligate a subire un "carcere" fatto di vergogna, diffamazione e paura che può costringerle anche a fuggire dal proprio paese, oltre ai danni psicologici immaginabili.E' necessario che si arrivi al più presto ad una legge che assicuri una tempestiva ed efficace azione della Giustizia, con l'applicazione di adeguate misure cautelari fino ad un processo nei tempi più brevi. Dobbiamo tutti lavorare in questo senso.
Facciamo nostre le parole della giornalista Rai Loredana Rotondo che curò il primo documentario su di un processo di stupro, trasmesso dalla televisione pubblica nel 1979 (Prix Italia): "Non si può non prendere atto che la violenza sulle donne è ancora largamente una emergenza delle donne. La società nel suo complesso, fatte salve alcune voci maschili, è incapace di assumerla come emergenza, direi come esigenza propria."
Da questa consapevolezza nasce l'impegno del Se Non Ora Quando.
Comitato “Se non ora quando” Chieti
Etichette:
comunicati stampa,
Se non ora quando - Chieti