Il 9 e il 10 Luglio ci siamo ritrovate in tante (120 comitati e più di 2000 persone, in prevalenza donne) in piazza Sant’Agostino a Siena, una “piazza femmina quindi accogliente”, usando le parole di una delle ideatrici del SNOQ.
L’intervento introduttivo del comitato nazionale ha ribadito come il 13 febbraio le donne abbiano convocato l’Italia ottenendo un’incredibile risposta.
Le donne italiane sono entrate in “movimento per l’Italia”, ritrovando un desiderio di stare insieme come annuncio di un cambiamento culturale, dopo anni di individualismo imperante che ha reso tutti, donne e uomini, più deboli, più soli, da qui è nata la consapevolezza di voler e dover uscire dall’isolamento.
Le immagini e le parole di Francesca Comencini e di una giovane ricercatrice hanno raccontato il corpo delle donne reso passivo, estraneo alla mente, allo stesso tempo oppresso e oppressore.
Hanno descritto la staticità e la fissità del corpo, come a non volervi far passare la vita; che rifiuta lo scorrere del tempo che nel corpo lascia il segno; che mantiene così l’illusione dell’immortalità.
Hanno rilevato l’assoluta assenza di una rappresentazione del corpo femminile nei media, aderente alla realtà: il corpo in gravidanza cacciato dalla sfera pubblica, il corpo nudo e fatto a pezzi a disposizione del potente di turno.
Ma ormai non si torna più indietro, le riflessioni scaturite il 13 febbraio e fissate nelle giornate senesi hanno aperto lo spazio per un “incontro libero” tra uomini e donne, uno spazio tutto da inventare, da costruire, da sperimentare attraverso nuove immagini, nuove parole, nuovi gesti.
Le donne della piazza sono state protagoniste il sabato pomeriggio e la domenica mattina: ognuna ha potuto esprimere il proprio pensiero RIGOROSAMENTE PER TRE MINUTI, e così è stato per le rappresentanti dei comitati di Genova, Palermo, Milano, Catania, ma anche per Susanna Camusso, Rosy Bindi, Livia Turco, Giulia Bongiorno.
Si sono alternati i racconti delle esperienze nei comitati locali del SNOQ, ma anche richieste, proposte.
Paternità obbligatoria, legge contro le dimissioni in bianco al momento dell’assunzione, quindi un welfare più forte che permetta alle donne di essere lavoratrici, senza dovervi rinunciare per sopperire alle carenze dello stato sociale. Ed inoltre pensare a nuovi modi di lavorare che non siano solo a misura d’uomo, ma di donna:disegnarli secondo una visione femminile.
Rispetto della donna e dei suoi diritti anche quando sceglie di fare la prostituta, da parte della rappresentante dei diritti civili delle prostitute.
Si è parlato di legge elettorale, assolutamente da cambiare in modo da permettere candidature che non siano ostaggio dei potenti, e si è parlato anche di rappresentanza femminile nelle istituzioni pubbliche.
Ovazione per Lidia Menapace, che ha specificato che “trasversalità non significa qualunquismo”: diamo la preferenza alle donne ma non a QUALUNQUE donna!
Dunque insieme, di destra o di sinistra, fuori dalle logiche dei partiti, senza recinti, ma ferme sul principio che al movimento femminile SNOQ partecipa chi condivide gli obiettivi, le idee di base del movimento stesso e le forme in cui verranno realizzate. Non tutte insieme solo in quanto donne.
E’ emersa la necessità di trovare nuove parole, emancipandoci da quelle vecchie usate nel femminismo di qualche decennio fa, sapendo però che quelle esperienze fanno si che le giovani oggi non siano “nullatenenti”, ma che abbiano un patrimonio nell’ esperienza delle donne del passato.
Sono stati scelti quattro aggettivi che potranno rappresentare SNOQ da oggi in poi:organizzato –stabile – autonomo - inclusivo. Si potrebbe tranquillamente aggiungere “creativo”, in quanto capace di incanalare nuove risorse e di far nascere qualcosa di nuovo.
Domenica il comitato nazionale ha chiarito alcuni punti fondamentali sulle modalità di organizzarsi.
Non si vuole creare un partito delle donne, perché prevederebbe confini, esclusioni, invece SNOQ vuole includere tutte le donne. Ma il movimento è e rimane politico, in quanto si occupa di politica.
Si deve creare una tessitura di relazioni con tutte le realtà della donna, una rete aperta, circolare, lavorando ognuna nel proprio territorio, per poi condividere con gli altri comitati e con quello nazionale. Quest’ultimo uest’ultimoQQrimane dunque l’organismo di riferimento, con un ruolo funzionale, nel rispetto delle autonomie dei comitati locali, che agiscono sul territorio in base alle proprie specificità. E all’interno delle realtà locali si valorizzano le competenze e le risorse che favoriscono la costruzione di una rete, di un tessuto sociale nuovo, anche attraverso nuove pratiche.
Rimane la necessità di incontrarsi periodicamente in un luogo fisico, oltreché sul web, su cui verrà creata una Banca dati delle attività e delle iniziative di tutti i comitati locali ed un’Agenda nazionale.
I temi su cui lavorare temi sono la maternità, il corpo, il lavoro.
Riflettere e lavorare su questi temi, partendo da sé, dalla propria realtà ed esperienza, ma cercando nuovi modi, nuove parole, nuovi gesti per far nascere nuovi modi di stare insieme e riportando ogni nuova riflessione ed ogni nuova esperienza al quotidiano, ai rapporti con le altre donne e con gli uomini “di casa” il figlio, il marito, il padre, il fratello.
Alessandra, Anna Rita, Delia.